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Fauna

L'animale simbolo del Parco è il Camoscio appenninico, poiché, a cento anni dall'estinzione dell'ungulato sul Gran Sasso, un progetto di reintroduzione lo ha portato a ricolonizzarne le montagne, dove oggi si contano circa 500 individui. Il patrimonio faunistico dell'area protetta conta anche gli altri grandi erbivori, come Cervo e Capriolo, ed il loro predatore per eccellenza, il Lupo appenninico.
Sono presenti tra i mammiferi la Martora, il Gatto selvatico, il Tasso, la Faina, la Puzzola, l'Istrice, mentre alle alte quote vive l'Arvicola delle nevi, un piccolo roditore relitto dell'ultima glaciazione.
L'avifauna comprende rapaci rari come l'Aquila reale, l'Astore, il Falco pellegrino, il Lanario e il Gufo reale, ed alle quote più elevate il Fringuello alpino, lo Spioncello, la Pispola e il Sordone, presenti sul Gran Sasso con le popolazioni appenniniche più numerose; ed ancora la Coturnice, il Codirossone, il Gracchio alpino e quello corallino. I pascoli, le basse quote ed i coltivi tradizionali ospitano l'Ortolano, la Cappellaccia, il Calandro, la Passera lagia e l'Averla piccola.
Le praterie d'altitudine costituiscono l'habitat della Vipera dell'Orsini, che nel Parco ha la più consistente popolazione italiana. Cospicuo è il popolamento d'anfibi, con endemismi appenninici quali la Salamandra dagli occhiali e il Geotritone italico. Sui Monti della Laga sono presenti la Rana temporaria ed il Tritone alpestre, specie che in tutto l'Appennino centro-meridionale, oltre che nel Parco, si possono osservare solo in una ristretta area della Calabria. Autentico paradiso per l'avifauna è il lago di Campotosto, che nel periodo autunnale si popola di migliaia di uccelli acquatici.
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