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Distretto Grandi Abbazie
Regione: Abruzzo
Provincia: Pescara
Comuni: Brittoli, Carpineto della Nora, Castiglione a Casauria, Civitella Casanova, Corvara, Farindola, Montebello di Bertona, Pescosansonesco, Villa Celiera
Il Nome
La denominazione del distretto è legata alla presenza nell'area di importanti abbazie benedettine, vere e proprie perle dell'architettura religiosa, come San Clemente a Casauria, San Bartolomeo a Carpineto della Nora, Santa Maria Casanova a Villa Celiera.
Natura e paesaggio
Il distretto s'incontra seguendo i contrafforti del versante pescarese del Gran Sasso, cui fa da cornice una natura emozionante, fatta di boschi e cime montuose, con la suggestiva valle del Voltigno e lo spettacolare canyon di Valle d'Angora che da Campo Imperatore scende fino a Farindola. Quest'ultimo comune ha legato il suo nome al ritorno del Camoscio appenninico sul Gran Sasso: quasi estinto ai primi del '900, oggi ne ha stabilmente riconolizzato il territorio, grazie a un progetto di reintroduzione che costituisce a tutt'oggi uno dei maggiori successi nelle politiche dell'Ente Parco.
Nel distretto fiorisce la rara Campanula fragilis subsp. cavolinii, che con i suoi cuscinetti viola punteggia le antiche mura di pietra di castelli e abbazie. E' una pianta endemica dell'Italia centrale che vive soltanto in Abruzzo e in pochissime località limitrofe. Meno appariscente, ma altrettanto affascinante è l'Ephedra major, pianta antichissima, anello di congiunzione fra le conifere e le latifoglie, risalente all'era terziaria e miracolosamente scampata alle glaciazioni, che vive abbarbicata alle calde pareti calcaree più esposte a meridione: un vero fossile vivente. Sul Voltigno vegeta anche una rarissima specie di aglio selvatico (Allium phtioticum), che in Italia si trova solo in Abruzzo.
Strutture presenti
La complessa operazione che ha riportato il Camoscio appenninico sulle montagne del Parco è stata supportata dalla realizzazione a Farindola del Museo del Camoscio presso il Centro Visite del Parco, e di un'Area faunistica dedicata che accoglie diversi esemplari, i quali, con un po' di fortuna, possono essere avvistati mentre pascolano, riposano o si prendono cura dei piccoli, e dalla realizzazione. L'area faunistica è collocata in una naturale porta di accesso alla montagna, lungo un sentiero che si estende fino al Vallone d'Angri: un santuario della natura tra i più incontaminati del Parco, dove volteggia l'Aquila reale e dove di tanto in tanto fa la sua comparsa l'Orso bruno marsicano. Non lontano dall'Area faunistica del Camoscio, nell'area della cascata del Vitello d'Oro, è presente la popolazione più numerosa di Geotritone italico (Speleomantes italicus) in Abruzzo. Il piccolo anfibio urodelo, endemico dell'Appennino centro-settentrionale, è presente negli ambienti ipogei in modo estremamente raro e localizzato. L'iniziativa di tutela del Parco, in collaborazione con l'azienda acquedottistica, che ha avviato un progetto scientifico sul geotritone italico in tutta l'area protetta, prevede la fruizione di uno degli ambienti ipogei, la Grotta del Geotritone, attraverso visite guidate rigorosamente a numero chiuso, per non arrecare disturbo e per non alterare la temperatura della grotta.