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Nuova operazione antibracconaggio a Castel del Monte.

Affidato al Parco il materiale sequestrato dai Carabinieri Forestali di Rocca Santa Maria

( Assergi, 24 Marzo 2017 )

L’Autorità Giudiziaria ha disposto la consegna all’Ente Parco del materiale sequestrato lo scorso 16 marzo ad un bracconiere.

L’Operazione è stata condotta dalla pattuglia della Stazione Carabinieri Forestale “Parco” di Rocca Santa Maria (TE), dipendente dal Coordinamento Territoriale Carabinieri per l’Ambiente Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, in Loc. Casarine di Rocca Santa Maria (Te) all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso – Monti della Laga.

Si tratta di una Gabbia di cattura per piccoli animali selvatici ed una Trappola a tagliola in metallo con congegni a scatto, lunga 80 cm e larga circa 60 cm, e perfettamente funzionanti.  Gli strumenti sono stati sequestrati in un terreno di proprietà di un cittadino di Rocca Santa Maria, attualmente  indagato per i reati di uso di trappole per la cattura di fauna selvatica, nonché ricettazione.

Questa mattina il materiale è stato consegnato nelle mani del Presidente del Parco Tommaso Navarra che ha avuto l’occasione di complimentarsi di persona con il Comandante della Stazione di Rocca Santa Maria (TE), Maresciallo Bruno di Marco, e con l’Appuntato scelto Luca Gambacorta, nonché con il Ten. Col. Sonja Placidi del Coordinamento Territoriale Carabinieri per l’Ambiente del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga.  Navarra ha confermato quanto già dichiarato, e che “la giusta collocazione del materiale rinvenuto è presso il Museo del Lupo di Arsita, come d’altra parte disposto anche dall’Autorità Giudiziaria, per finalità didattiche ed educative, e a testimonianza che stupidità e violenza rimangono sempre soccombenti rispetto all’intelligenza e alla forza della natura.  La tagliola, infatti, posizionata per catturare fauna protetta, avrebbe con facilità potuto ferire in modo grave un escursionista o un raccoglitore di funghi."

Con l’occasione diamo notizia che continua con successo la vasta attività antibracconaggio in corso su tutto il territorio del Parco. Lo scorso 21 marzo, una pattuglia, in servizio presso la Stazione Carabinieri Forestale “Parco” di Castel del Monte (AQ), ha rinvenuto un cinghiale femmina del peso di circa 80 Kg, ancora vivo, impigliato in un laccio lungo circa due metri. Il cavo in acciaio, funzionale alla cattura di animali procurava lesioni e sofferenze al cinghiale impigliato per il muso e senza possibilità di svincolarsi. Il recupero dell’animale, è avvenuto ad opera del veterinario del Parco e di quello della ASL dell’Aquila dopo aver anestetizzato l’animale. Le operazioni sono state effettuate secondo il prescritto protocollo operativo e previo esame medico dell’animale ai fini della valutazione dello stato di salute dello stesso, nonché in condizioni tali da garantirne il benessere senza arrecare ulteriori disagi dal punto di vista psico-fisico. Il cinghiale è stato poi rilasciato dopo aver proceduto alle necessarie operazioni di risveglio.

Gli agenti hanno proceduto al sequestro del laccio costituente corpo del reato di cattura di specie animale all’interno di area nazionale protetta con mezzi non consentiti, cagionando allo stesso maltrattamento e lesioni, e trasmesso il verbale al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di L’Aquila.

Il Presidente del Parco Tommaso Navarra con gli agenti del Coordinamento Territoriale Carabinieri per l’Ambiente del Parc, il Consigliere Ciapanna eo
Il Presidente del Parco Tommaso Navarra con gli agenti del Coordinamento Territoriale Carabinieri per l’Ambiente del Parc, il Consigliere Ciapanna eo
 
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